Storytelling? No grazie, meglio lo Storysharing!

Storytelling? No grazie, meglio lo Storysharing!

Storytelling? No grazie, meglio lo Storysharing!

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Lo storytelling è stato lo strumento più utilizzato per creare interesse nei clienti ma.. è una comunicazione unilaterale. Sicuro di non voler cambiare?

Sono sicura che anche tu hai nel portfolio degli amici “quello che..” succedono tutte a lui!

Questo esemplare umano ha sempre qualcosa da raccontare e lo sa fare anche bene: è minuzioso, abbondante nella descrizione delle esperienze emozionali, capace nella gestione dei tempi comici. Impossibile annoiarsi con lui nei paraggi: ha sempre qualcosa di simpatico da mettere in scena.

Ti vedo: stai sorridendo, pensando al tuo “quello che..” di riferimento. Ma sono pronta a scommettere che il sorriso adesso scompare. Per carità è simpatico, divertente ma.. basta!

Caspiterina, potrebbe anche comprendere che ogni tanto il silenzio potrebbe aiutarlo a conoscerti meglio, dandoti la possibilità (ascoltandoti) di raccontargli le tue di esperienze.. perché anche tu ne hai. Non riuscirai a raccontarle bene come lui (è un professionista!) ma sono ugualmente valide e degne di nota.

E adesso ti dico cosa succederà a breve. Durante i suoi racconti, cercherai lo sguardo degli altri presenti e vi scambierete dei segnali inequivocabili: inspirando con il naso, alzerete le sopracciglia, sbarrando gli occhi. E capirete.

Capirete che, per sopraggiunto limite di sopportazione, il simpatico “quello che..” deve essere ridimensionato: inizia la fase boicottaggio. Da quel momento, gli incontri diventano più blandi e i suoi racconti sempre più brevi (per abbandono del campo da parte degli ascoltatori).

E siccome senza un pubblico anche il miglior attore è nessuno, il simpatico “quello che..” si troverà ad un bivio: ridimensionarsi e ascoltare gli altri (scelta sensata e intelligente) o continuare a parlare (e magari urlare per farsi sentire da chi si allontana inesorabilmente).

[Tweet “Un attore senza pubblico è come un buco senza ciambella.”]

Ebbene allo stesso bivio si può trovare il tuo Brand: continuare a spremere lo storytelling o convertirsi allo storysharing?

Lo storytelling è stato utilizzato finora per creare interesse e attirare nuovi clienti ma.. è una comunicazione unilaterale: da un lato il narratore, dall’altro il pubblico in religioso silenzio.

Lo storysharing invece è un dialogo, uno scambio tra due parti.. una specie di favola interattiva: il narratore racconta la prima parte della storia e poi chiede al pubblico di continuarla. E nasce così una favola unica, irripetibile e indimenticabile.

È come dare al pubblico carta bianca, colori e libero sfogo alla fantasia, avendo modo di comprendere appieno le loro esigenze, le emozioni, le aspettative. Tutto cambia, anche i clienti. E dovrebbe cambiare anche il tuo Brand: perché il vero business non ti arricchisce economicamente, ma fidelizza i tuoi clienti!

E tu di fronte al bivio quale strada sceglierai?

 

NB. Con nonchalance condividi questo articolo con il tuo “quello che..”: aiutalo a scegliere la strada giusta!

NB di NB. Se hai letto l’articolo perché ti è stato suggerito da un amico, non ti rivedi nella descrizione del simpatico “quello che..”, ma non ti spieghi la sensazione di appestato che provi da un paio di settimane, un suggerimento: smetti di fare storytelling e convertiti allo storysharing!

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Cinzia Di Martino
Cinzia Di Martino
Mi definiscono (e mi definisco) una persona positiva, propositiva, decisa e ottimista (e anche chiacchierona). Sono laureata in informatica, ma ho una passione spropositata per blog, social media, marketing e web design.

11 Comments

  1. gloria vanni ha detto:

    Ottimo post, Cinzia. Condivido e ripubblico venerdì 8 novembre con link su LessIsSexy:)

  2. Mila Orlando ha detto:

    ottimo post, Cinzia! divertente e interessante

  3. Francesco D'Agostino ha detto:

    Interessante, ma non ho la più pallida idea di come si faccia storysharing. Mi piacerebbe avere qualche esempio 🙂

    • Cinzia Di Martino ha detto:

      Francesco.. dammi qualche momento per pensarci su e ti dico qualcosa 😉

    • Cinzia Di Martino ha detto:

      Come abbiamo detto su Facebook: la ford che per il lancio della focus ha messo in pista alla guida i clienti e li ha filmati, creando la pubblicità ^_^
      Uno degli esempi che mi sono venuti in mente (ma mi pare che anche Dove abbia fatto qualcosa di simile con 6 donne “comuni”). Tu ti ricordi la campagna di cui parlo?

      • Francesco D'Agostino ha detto:

        Buondì Cinzia. Quello della Ford non lo ricordo, lo cercherò. Proprio ieri su Facebook però mi hai fatto venire in mente che avevo addirittura segnalato un evento similie (non linko per non spammare) di Dacia Italia: The Adventure, fatto per pubblicizzare la Duster. Lì c’era il coinvolgimento di giornalisti e di un club. Come dicevo è poco spontaneo, il coinvolgimento degli utenti si limita alle poche persone selezionate, il resto è sui social. Secondo me il punto critico è riuscire a coinvolgere attivamente molte persone per farle sentire parte della storia e a loro volta raccontarsi (-are).

  4. monica moretti ha detto:

    Ciao Cinzia, ormai mi sono affezionata ai tuoi articoli. Temo che nel mio approccio al social media marketing per la mia azienda sia stato proprio del tipo “quello che”. Non è ancora sopraggiunto il limite di sopportazione ma effettivamente mi sono chiesta più volte come potevo coinvolgere di più le persone che ci seguono. Ho condiviso le mie perplessità con il titolare che però non è stato disposto a concedermi una prova, troppo rischiosa a suo dire, in un momento in cui non ci possiamo permettere di “giocare” con il brand, meglio restare nel nostro orticello sicuro. La mia paura è che l’orticello venga infestato dai parassiti.

    • Cinzia Di Martino ha detto:

      Grazie Monica! Beh l’orticello potrebbe essere infestato.. fermati un attimo e stai a guardare: sei di solito troppo intenta a zappare, seminare e curare l’orto, sei troppo focalizzata per vedere se ci sono i parassiti e devi correre ai ripari.
      Siediti davanti all’orto e osservalo: vedrai subito se è sano o malato 😉

      nb. Ricodati: i fan sono persone, trattali come amici, con educazione, gentilezza e cortesia e sarai sicura di aver fatto la cosa giusta 😉 E fallo sempre con un bel sorriso!!

  5. Laura PerlaNera Trapasso ha detto:

    giusto il tempo di metabolizzare lo storytelling ed ecco che una più (con)geniale forma descrittiva bussa alla porta. intuizioni sempre lungimiranti e illuminanti!

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