Immagina la tua vita senza like, +1, retweet e repin. Puoi?
Dimmi la verità: i 30 accessi (minimi) quotidiani al tuo social preferito sono più che altro collegati alla curiosità di vedere se hai ricevuto attestati di fiducia, simpatia, tenerezza, stima e rispetto quantificabili dal numero di like, +1, retweet e repin.
E quando all’accesso non trovi notifiche.. dai la colpa all’orario sbagliato, all’aggiornamento del sistema o alla pessima congiunzione astrale. Il tuo umore diventa irritabile (ma senza darlo troppo a vedere) e gli accessi si moltiplicano. Finché per sopravvivenza ti ritrovi ad attuare la legge di compensazione, regalando attestati a Tizio, Caio e Sempronio sperando di ottenere in cambio lo stesso trattamento: un like, un +1, un retweet, un repin.
Ma fermati un attimo: hai mai riflettuto sul cosa ti dicono questi attestati? Quale valore aggiunto hanno? Quale informazione utile aggiungono alla tua esistenza? Nessuno, assolutamente nessuno.
Non ti aiutano a conoscere meglio chi te li regala, non ti dicono se concordo con te o se invece comprendo il tuo stato d’animo o se sono felice per te o se mi piace il cappellino che hai nella foto postata.
E se domani.. queste pseudo iniezioni di fiducia non esistessero più, cosa succederebbe? Come cambierebbe la nostra vita sui social?
Nessuna apocalisse: non sarebbe la fine dei social.. e ti spiego la mia visione della cosa.
Tutto sarebbe più lento e più reale. Tutto diventerebbe conversazione.
[Tweet “There is no conversation more boring than the one where everybody agrees.”]
Sapresti non solo chi apprezza i tuoi contenuti, ma anche il perché. E questo ti permetterebbe di creare nuovi rapporti e consolidarne di esistenti.
E non era proprio questo in principio lo scopo dei social media? o.O
Allora ti propongo un esperimento: per una sola settimana prova a far finta che like, +1, retweet e repin non esistono. Se ti piace un post, commentalo (anche “mi piace” è una risposta valida, purché sia scritta a chiare lettere nei commenti!). Se a qualcuno piace un tuo post, ringrazialo e chiedine la motivazione nei commenti (e invitalo a leggere questo articolo perché evidentemente non lo ha letto 😉 ).
Risultati attesi? Un incremento delle conversazioni, una conseguente conoscenza più approfondita delle persone che ti seguono, una maggiore coscienza dei contenuti davvero meritevoli di attestati di riconoscimento: perché i network sono solo un mezzo, uno strumento.. il vero socializzatore sei Tu!
Che ne dici?
25 Comments
Concordo in pieno. E tiu dico che secondo me la questione dei like, RT e + ha quasi ucciso i commenti nei blog. Non trovi?
Si fa prima a cliccare su un +, un Mi piace o un RT che a commentare e sai perché? Perché il commento richiede conversazione, non è muto come gli “attestati”.
Forse ci scrivo un post pomeridiano, citandoti, forse 🙂
Pienamente in sintonia! E non penso sia pigrizia o svogliatezza.. penso sia legato ad una ormai intrinseca difficoltà di comunicazione.
Like, +1, retweet e repin ci sollevano dalla responsabilità di esprimere giudizi, che potrebbero creare discussioni e fraintendimenti, complicandoci le vite.
E se oggi scrivi la tua visione dei fatti, correrò a leggerla e commentarla ^_^
Sono la via più facile e comoda, scrivere un commento richiede di formulare un pensiero e metterlo in “piazza” e questo frena buona parte delle persone. I commenti hanno un potere maggiore ma molti ancora non l’hanno capito.
E con la presenza di like, +1, retweet e repin è anche più complicato riuscire ad ottenerne di commenti!
Cara #socialsister, ottima riflessione la tua.
Io per deformazione professionale oltre a mettere il like normalmente commento perchè la comunicazione è un’arma potente e ti dà la possibilità di creare condivisione nel vero senso della parola.
Grazie #socialsister. Fai bene a seminare conversazioni in ogni dove: chi semina, raccoglie! 😉
Credo, come sostenete tu e Daniele, che i vari +, rt etc etc abbiano seguito la logica del “massima resa col minimo sofrzo” e che però siano deleteri nel momento in cui si è chiamati ad esprimere, quindi previa riflessione e moto “neuronale”, un opinione. Personalmente preferisco un brutto commento che a 10 “mi piace” e non li considero mai come un indicatore di validità dei contenuti proposti. Spesso sono dati sulla fiducia, indipendentemente, da ciò che si scrive e/o condivide. Nel bene e nel male.
Concordo con te Roberto. Senza considerare quei “mi piace” frutto di “A Tizio piace…”, che psicologicamente ha un peso non indifferente!
I like, +1 e co. sono degli strumenti di misurazione formidabili, ma sono anche delle scorciatoie comunicative di cui il cervello è ghiotto.
Il nostro cervello cerca le vie più efficienti per fare qualunque cosa, anche comunicare. Un Like è una via veloce per esprire un apprezzamento, in modo sicuro. Infatti un commento in primis richiede più energie per essere composto in secondo luogo espone potenzialmente a più critiche e non si ha la sicurezza della sua approvazione sociale. Cosa che crea stress nel cervello.
Un like costa poco, è difficilmente contestabile eppure instaura un contatto, per questo il nostro cervello lo apprezza.
Grazie Marco. Temo che questa pigrizia cerebrale non ci porterà nulla di buono.. e dire che la favola di Cappuccetto Rosso ci aveva avvisati sulla non sicurezza delle scorciatoie! 🙂
Ciao Cinzia, ottimo articolo come al solito. Sto commentando solo perchè si parla di questo, se tu non avessi sollevato il problema probabilmente ora avrei solo condiviso l’articolo. Parlo per me naturalmente. Personalmente non commento molto, mi limito a leggere l’articolo e, se mi piace, a condividerlo sui social, difficilmente se sono d’accordo con l’autore, glielo faccio sapere. Il mio atteggiamento però cambia radicalmente se penso che ciò che è stato scritto sia ingiusto o non corretto, commento, discuto, mi arrabbio, insomma paradossalmente sono più social con chi non la pensa come me (in alcuni casi è proprio meglio che ci sia un tramite, se li avessi davanti di persona, non oso pensare alla mia reazione). Quindi mi sono comportata proprio come il classico datore di lavoro che non si complimenta mai con te se fai qualcosa di buono, che non si ricorda mai dei sacrifici che hai fatto ma che avrà sempre una memoria di ferro per ricordarsi di quella volta in cui hai fatto una cazzata. Vaaaa bene, anche oggi ho imparato qualcosa. Grazie a te !
Grazie Monica per aver letto l’articolo, per averlo condiviso ma soprattutto per averlo commentato avendomi permesso di conoscerti meglio ^_^
Adesso però ho un problema: come faccio a parlare di commenti in ogni articolo per poter leggere un tuo piacevolissimo commento? 😀
Puoi aiutarmi a risolverlo? ^_^
Ciao Cinzia, io gli articoli li leggo sempre e cerco anche di controllare che arrivino da fonti certe e competenti, sono molto puntigliosa su questa cosa. Devo dire che la maggior parte delle volte, non avendo molto tempo, mi limito a mettere il like e a condividere sui social ma cercherò di essere più collaborativa. E’ una promessa …
..ed io mi impegno a sollevare questioni tanto interessanti da motivare il tuo commento ^_^ (almeno ci provo!!). Promesso! 😉
Ciao Cinzia, bell’articolo; uno spunto di riflessione molto interessante per quanto riguarda la qualità della conversazione via social.
Anche l’esperimento che suggerisci mi incuriosisce molto ma vorrei condividere con te una mia perplessità (leggi: sega mentale). Mentre l’impegno personale non mi preoccupa affatto – spesso se devo esprimere un apprezzamento preferisco articolarlo con un commento – esortare un contatto che ha messo il semplice “mi piace” a motivarlo nei commenti mi intimorisce un po’… Non potrebbe essere comunque letto al di fuori come una forma morbosa di attenzione (stavolta mia nei confronti degli apprezzamenti che ricevo)? In parole povere, non rischio di fare la figura della scema a domandare “perché hai messo mi piace”?
… Oppure la mia riflessione è già una diretta conseguenza del social-pensiero? ;D
Supponiamo che hai ginnasticato con il like e sei fuggita via.. Se non ti conosco, di solito do una sbirciatina al tuo profilo (cerco di capire se lavori nel campo del #social o se sei un fruitore del web), ti ringrazio e in base a quanto dedotto cerco di stuzzicare la tua risposta: a volte riesco nell’impresa, altre volte no.
Un esempio pratico: tempo fa un fruitore del web ha condiviso un articolo ispirazionale sulla creatività. Dalle ultime interazioni presenti sul suo profilo ho dedotto fosse un artista nel campo della pittura. Ho ringraziato per la condivisione e ho chiesto se tra le ispirazioni elencate fosse presente anche la sua preferita. Da allora abbiamo chiacchierato spesso ^_^
A tutti noi piace quando qualcuno si “accorge” di noi; per conversare basta spirito di osservazione, toccare la corda giusta e.. voler davvero intavolare una piacevole chiacchierata 😉
Spero di aver risposto alle tue domande e grazie.. di tutto! 🙂
Tutto chiaro! Quello che proponi è molto più di un esperimento, è un nuovo “stile di vita” social… Che cercherò di applicare il più possibile, almeno con le persone con cui mi interessa instaurare davvero un dialogo 😉
Grazie a te per l’input!
Sono d’accordo sul fatto che le interazioni silenziose (io le chiamo così) siano poco social, tuttavia penso che siano una via di mezzo. A volte si è già detto tutto nel post e un commento sarebbe superfluo, quindi è meglio esprimere il proprio consenso con un “segnale” alternativo.
Ovviamente io, essendo estremista, odio le vie di mezzo.
Beh anche “ben detto” o “sciocchezze” possono essere commenti (non) superflui e che ti possono far comprendere se hai scritto qualcosa di utile o inutile ed eventualmente intavolare una discussione costruttiva per una crescita personale ^_^
sì, ben detto…sarebbe l’ora di tornare ai contenuti invece che basarsi solo sui numeri! bentrovata!
Bentrovata a te, Barbara! Mi fa piacere saperti sulla mia stessa linea d’onda ^_^
Condivido in pieno la tua riflessione. Ho sempre trovato il like e i suoi fratelli delle pigre scorciatoie di pensiero. Pensavo di essere poco social 🙂
Grazie Annachiara! Pensavi benissimo!!
Contrariamente a tutti i commentatori attivi, di solito metto like, condivido (spesso accompagnando il post con un mio pensiero), +1, pinno, retweetto, metto stelle e stelline come sui biscotti al cacao.
Commento anche, forse troppo poco, questo è chiaro, ma spesso quello che penso è stato già detto e non voglio far da pappagallo al blogger pluristellato o scrivere uno sterile “concordo pienamente”.
Dal mio punto di vista, il “tacere se non si ha nulla da dire” o un “silenzio assenso” nell’epoca dei social equivalgono a non “esistere” e non essere visibili, quindi è sempre un bel dilemma: parlo tanto per parlare farmi vedere e sparo ovvietà o apprezzo semplicemente il tuo lavoro e lo diffondo affinchè gli altri lo possano vedere e apprezzare?
Detto ciò, vorrei provare a mettere in atto l’esperimento per una settimana, sarà difficilissimo e sicuramente qualche Pin, like e +1 scapperanno ma mi impegnerò a accompagnarli con un commento per giustificare il mio gradimento.
Quindi Cinzia accetto la “sfida”. 😉
Grazie Silvia!
E fammi sapere, alla fine della settimana, se i risultati attesi si sono realizzati e.. soprattutto se dopo una settimana di esercizio vorrai continuare a commentare o riprenderai ad utilizzare i “surrogati” ^_^
Buona giornata! ^_^