Si fa un gran parlare di siti responsive, contenuti piacevoli e grafica accattivante, ma intanto il sito più visitato al mondo non presenta nessuna di queste caratteristiche: pagina bianca, campo di testo, pulsante e logo.
Ovviamente si parla di Google e guai a definirlo solo un motore di ricerca: certo lo è, ma è anche tanto altro. E ha un solo competitor degno di nota, un prodotto made in Windows, Bing: ma se si tiene conto del fatto che è utilizzato meno di un decimo rispetto a Google, è palese che la parola competitor non sia proprio azzeccata.
E infatti a chi si pensa quando si parla di SEO? A Google. Gli studi, i test, le migliorie si fanno tutti nell’ottica di piacere a Google e a nessun altro.
Ma in realtà non utilizziamo Google ogni giorno solo per fare ricerche, pensaci bene: abbiamo una mail su Gmail, cerchiamo strade su Google Maps, i due terzi delle pubblicità che vediamo sui siti che visitiamo ogni giorno provengono da Google AdWords.
E che dire delle nostre vacanze? Nemmeno quelle sfuggono al controllo di Google. Troviamo i voli aerei con Flight Search, studiamo i percorsi e pianifichiamo le nostre soste con Google Maps, prenotiamo il soggiorno con Hotel Finder, creiamo i nostri album dei ricordi con Google Photos, condividiamo le nostre emozioni online con Google Plus, chiamiamo e parliamo con gli amici che ci verranno a prendere all’aeroporto con Google Hangout: visto che chiamarlo motore di ricerca è riduttivo?
Oggi vogliamo capire di quali tra questi strumenti il turismo non può più fare a meno.
Da quando ci siamo digitalizzati e internettizzati, i limiti geografici sono stati rasi al suolo e il turismo ha assunto nuovi significati. Non esiste più un mediatore fisicamente presente (agenzia turistica), ma diversi mediatori virtuali: altri turisti che come noi (ma prima di noi) hanno visitato i nostri luoghi del desiderio e li hanno valutati e commentati. Così se da turisti, possiamo programmare i nostri viaggi nei minimi dettagli, da fornitore di servizi non possiamo permetterci di non essere presenti online: se non ci siamo ci stiamo perdendo una fetta di mercato, ovvero clienti e guadagni!
E allora quali sono gli obiettivi da porsi?
Tutto inizia da cosa cercare e come cercarlo sul motore di ricerca. In questi anni abbiamo assistito ad un cambiamento continuo di regole e di pratiche, talmente rapide da confondere anche il più abile specialista: figurarsi gli utenti del web.
Potremmo parlare di SEO e risultati per tempo immemore, ma la verità rimane una: agli utenti non interessa sapere, conoscere e capire il SEO, gli utenti del web parlano la loro lingua, giudicano dai risultati e le prime posizioni sono quelle che contano. La tua attività come si posiziona?
E quando non trovano nulla che li soddisfi, gli utenti del web non esitano, non temporeggiano ma specificano le chiavi di ricerca, restringendo il vasto campo dei risultati.
Partono da [attività] + [città] (es. Hotel Milano, B&B Roma) e trovano le grandi agenzie che hanno budget sufficienti da investire per posizionarsi bene, ma poi aggiungono dettagli (un servizio particolare, una zona specifica) e i risultati cambiano. E la corsa al podio ricomincia.
E oltre ai risultati canonici, gli utenti tendono a guardare la spalla destra, da sempre il luogo degli annunci sponsorizzati. Ma se trovano presenze consistenti o descrizioni persuasive tendono a cliccare alla velocità della luce. Quindi l’importante è comparire per le possibili chiavi di ricerca o per gli argomenti più interessanti per il nostro target.
Ma ti sei chiesto perché gli utenti fanno così tante ricerche? Perché non trovano quello che vogliono o… perché credono di non averlo trovato. E siccome la prima analisi passa dagli occhi, è ovvio che se affidiamo la nostra presenza ai contenuti visuali, devono essere di qualità! Se le fotografie visualizzate non sono ben fatte (giusta luminosità, corrette inquadrature) la fuga dell’utente è assicurata. D’altra parte, stiamo parlando di turismo!
Cosa diversa invece se le fotografie sono condivise da altri utenti (Google Stories): in quel caso contano le emozioni e gli eventuali commenti a margine.
All’utente poco importa da quale fonte sono restituiti i contenuti (Google Maps, Google My Business o Google Plus): se l’immagine è attraente o emozionante, clicca. Questa è l’unica cosa da tenere a mente.
E che dire se tra i contenuti spuntano dei video? Beh il clic in quel caso è assicurato. Un video desta sempre la curiosità degli utent. I video piacciono perché in soli 60 secondi sono in grado di darti le stesse informazioni che tu leggeresti in 5 minuti: ottimizzano i tempi! Ecco perché devi essere su YouTube.
Per non parlare del potere dei video nel caso di richiesta informazioni e customer care: perché impelagarsi in un invia e ricevi di email o messaggi privati sui social quando si può fare un hangout con il personale e risolvere ogni dubbio in pochi minuti? Si chiamano Hangout, Google Hangout.
E quando tutto sembra ormai deciso, manca solo la prenotazione: hai già pensato di integrare il tuo sito web (che mi auguro sia realizzato con wordpress!) con un channel manager che ti risolve la vita, evitandoti la fatica di controlli incrociati per la verifica delle disponibilità?
Ultimamente ho provato tokeet.com per un mio cliente e devo dire che si sta comportando abbastanza bene: si integra e interfaccia perfettamente con Booking, Airbnb e altre OTA, ti permette di mostrare la disponibilità delle camere in tempo reale e gestisce per te anche i pagamenti diretti via Paypal/carta di credito.
In questo viaggio turistico tra gli strumenti di Google, il turista è seguito durante tutte le fasi di pianificazione del viaggio dei suoi sogni: è stato ispirato dalle immagini condivise dai suoi contatti (Google Stories) o facendo ricerche per parole chiavi ben precise, ha seguito la pista di una struttura studiandone le informazioni a disposizione e la ricchezza dei servizi offerti (Google Maps, Google Local), ha potuto prenotare comodamente dalla sua poltrona con un clic (Hotel Finder), ha documentato la sua esperienza personale e l’ha condivisa con i suoi contatti (Google Plus) e ha fatto le sue valutazioni e le ha rese pubbliche. E tutto ricomincia daccapo, ma a raggio più ampio.
Quindi gli strumenti da utilizzare per raggiungere gli obiettivi saranno:
Perché Google e i suoi familiari sono così importanti per i nostri contenuti? Perché, oltre a dare forme diverse e quindi stuzzicare la fantasia di diversi tipi di utenti, riesce a rendere sempre fruibile anche un contenuto “datato” (che ai nostri giorni si traduce in “pubblicato ieri”).
E così mentre Twitter, Instagram e Facebook usano un algoritmo che tende a valorizzare i contenuti più “freschi”; Google Plus e Pinterest puntano sul lungo termine e riescono a rendere apprezzati anche i contenuti più datati. Questo è possibile perché sia Google Plus & co. e sia Pinterest possono essere (e sono) utilizzati come motori di ricerca di contenuti e tramite l’uso di parole chiavi e hashtag permettono a tutti i contenuti di essere trovati e fruiti. E con i suggerimenti e le ricerche guidate si propongono come auto-suggeritori e si lasciano sfruttare appieno per aumentare la visibilità dei contenuti da parte dei Brand.
Pinterest è il social che ci conosce meglio. Sa esattamente che viviamo di ricordi e di emozioni, sa che abbiamo un debole per le belle immagini, sa che abbiamo la memoria corta e sa che amiamo catalogare tutto con la convinzione poi di riuscire a trovare ciò che cerchiamo nel momento in cui vogliamo trovarlo.
Una struttura ricettiva deve utilizzare Pinterest perché riesce a generare traffico anche dopo mesi dalla data di pubblicazione. Su Pinterest la visibilità media di un contenuto è di 100 giorni. [Su twitter 2 minuti. Su Facebook e Google Plus qualche ora]
Pinterest è popolato principalmente da donne. Ma molti uomini si stanno avvicinando al social negli ultimi tempi. Parlando di viaggi, il 70% delle decisioni di viaggio sono fatte dalle donne. Questa percentuale si applica alle donne che prenotano viaggi di gruppo, tour e biglietti tramite agenzie. E quando si parla di acquisti di viaggi, la percentuale sale al 92%. Questo significa che gli hotel necessitano di mostrarsi proprio ai loro occhi, agli utenti di pinterest attivi!
Nel mondo social di oggi, le aziende stanno cercando di capire come esserci per massimizzare la loro presenza (per migliorare la visibilità e il traffico al sito). E funziona anche per l’hospitality. C’è bisogno di essere dove si trovano i clienti. I tuoi futuri ospiti sono su Pinterest. Pinterest non serve solo a condividere ricette, è un ottimo strumento per informare, divertire e portare traffico al sito dell’hotel, che può convertire in prenotazioni. Un profilo Pinterest ottimizzato può aiutare l’hotel a essere trovato nella ricerca online, mobile incluso.
Ed ecco alcuni suggerimenti per le board da organizzare per il tuo hotel.
E adesso tutto quello che hai letto te lo mostro in formato slideshare 😉
E per concludere, ne approfitto e in 7 minuti ti spiego cos’è Pinterest, quali business possono utilizzarlo e ti suggerisco l’approccio più adatto per gestire la situazione (approfitto dell’intervista che mi hanno fatto i ragazzi di Digital-Coach.it (non fare caso al fatto che sono in auto… i problemucci delle dirette!)
Ammappete quanto è lungo questo articolo! Ma spero ti sia stato utile ^_^ Have Fun & Share It 😉