Un brand capace di creare occasioni uniche ed emozioni forti per i suoi clienti è destinato al successo – e proprio così Starbucks e Heineken sono artefici del loro destino.
L’avvento dei social ha cambiato il marketing. L’attenzione si è spostata dai prodotti – giustamente aggiungo io – ai clienti: i veri detentori dello scettro del potere per il successo o il fallimento di prodotti (anche storici).
C’era una volta l’azienda che poteva permettersi di campeggiare, su tutti i muri delle città più importanti del mondo, con campagne pubblicitarie di mesi e mesi. Gli slogan inneggianti alla bontà, alla sicurezza, alla convenienza del prodotto rimanevano nei nostri occhi giorno dopo giorno, fino a diventare parte della nostra quotidianità. Il prodotto finiva quindi “magicamente” nei nostri carrelli della spesa del sabato pomeriggio (quando ancora i centri commerciali avevano un giorno di chiusura settimanale e la domenica era la giornata da trascorrere fuori casa).
Oggi le campagne pubblicitarie non durano più di due mesi. I claim ti rendono parte attiva del processo chiedendoti di immaginare, ascoltare, sognare, assaporare, comunicare. I prodotti vengono acquistati per le emozioni che le pubblicità riescono a dare.
I clienti continuano a decidere il successo delle aziende, ma con la consapevolezza di avere il potere.
Ecco perché molte aziende oggigiorno puntano su un marketing “C2B” (che vede il cliente al centro dell’intero processo), fatto soprattutto di social, di sfide, di emozioni, di notorietà breve ma intensa. Sfruttando quindi i principi psicologici del marketing, i marketers hanno dato fondo alla loro creatività ed immaginazione, creando occasioni uniche per i loro clienti e assicurandosi fedeltà e notorietà.
È di qualche giorno fa una infografica che mette a confronto birra e caffè. E riflettendo sul potere aggregante di queste bevande e sugli innumerevoli aficionados di entrambe, mi sono chiesta quali fossero i brand migliori in termini di (social)marketing C2B e (dal mio punto di vista emozionale) mi sono risposta: Starbucks e Heineken.
La chiave del loro successo? L’individualismo. Starbucks ha puntato sul motore del mondo: l’amore. Heineken invece ha spinto sul riconoscimento sociale.
[Tweet “Crea occasioni uniche ed emozioni forti per i tuoi clienti e sarà un successo”]
La storica catena americana, nonostante i grandi risultati e le infinite variazioni sul tema del caffè, basa la sua esistenza sul rapporto personale con i clienti. Per questo motivo la Starbucks ha potuto creare una campagna di video marketing di successo che ha fatto il giro del mondo: il Love Project.
Chiunque ha potuto diventare parte di un ambizioso progetto, in modo semplice: registrare un video cantando “All you need is love”. Una canzone. Un sogno realizzato in ben 196 paesi che in un anno ha permesso all’azienda di raccogliere l’equivalente di 14 milioni di giorni di medicine per la popolazione africana malata di HIV.
Altra storia e altri bisogni soddisfatti nel caso Heineken, che ha solleticato la voglia di dimostrare agli altri di cosa siamo capaci e quindi di quanto valiamo in termini di coraggio, di ingegno e di creatività. Sono state selezionate quattro persone che saranno letteralmente catapultate a migliaia di chilometri dai loro paesi d’origine con un unico obiettivo da perseguire: ritornare a casa usando qualsiasi mezzo di locomozione, nel minor tempo e risparmiando quanto più possibile del budget messo a disposizione. Una specie di gara di sopravvivenza con una notevole componente di notorietà che può spingere un uomo a mettersi in gioco oltre ogni limite: “Only the brave”.
[anche se l’espressione del simpatico designer sud africano al minuto 1.01 mi sembra proprio aver perso lo smalto!! Non ti pare? ^_^]
Psicologia, video e marketing C2B sembrano dare davvero ottimi risultati in termini di notorietà. Ma è un trittico sfruttabile anche per le aziende che possono permettersi un budget limitato? Decisamente si!
Sei proprietario di un centro benessere? Di certo godi della fiducia più totale da parte dei tuoi clienti, ma stupirli regalando un momento di totale benessere personale può portarti risultati inattesi. Immagina la felicità di chi da tempo vorrebbe fare un percorso completo ma non può permetterselo economicamente.. e ricorda che ciò che ci rende felici, lo condividiamo con il mondo intero (quindi pensa al ritorno in termini di passaparola positivo).
Sei proprietario di un ristorante? Mettiti in gioco e regala notorietà ai tuoi clienti organizzando una serata speciale cambiando il tuo solito menu con le loro ricette personali e personalizzate, eleggendo la migliore ricetta in base alla votazione del pubblico presente. Ovviamente è gradito un riconoscimento pubblico per il vincitore e i partecipanti (un utile gadget personalizzato) e magari l’impegno di devolvere in beneficenza il raccolto della serata a favore di una associazione attiva in loco. Ciò comporta una percezione di affidabilità e umanità non da poco (oltre che il passaparola per la simpatica serata trascorsa in ottima compagnia e ottimo cibo!).
Occasione unica o emozione forte: come stuzzicherai i tuoi clienti per diventare leggenda?
3 Comments
Ciao Cinzia, tutto vero quello che scrivi. Gli spot coinvolgenti dell’Heineken, le imprese di pura adrenalina firmate Red Bull e il mondo felice di Coca-Cola sono parte del nostro immaginario culturale: durano pochi mesi, a volte settimane, eppure toccano le corde giuste in modo così persuasivo e immediato che non vediamo l’ora di vedere cosa si inventeranno la volta successiva. Mantenere uno sguardo critico, da consumatore consapevole, è diventato sempre più difficile, altro che! Complimenti per il post e buona giornata. ; )
Gentilissima, Maria Grazia! ^_^
Hai pienamente ragione: mantenere lo sguardo critico nelle vite di oggi non è per niente cosa semplice, ma non impossibile!
Bisogna prima risvegliare la coscienza sopita e poi osservare le pubblicità con razionalità.. e sai quante magagne vengono fuori?!
Ad esempio, ieri pomeriggio in tv in soli 3 minuti ho assistito alla pubblicità di 4 farmaci.. e mi sono chiesta dove sia finita la medicina, quella vera, quella che curava le persone e non quella odierna che ci vuole malati per continuare a fare profitti o.O
Ci sono periodi in cui non guardo la TV perché mi accorgo di analizzare tutto e poltrire davanti allo schermo è diventato tutt’altro che rilassante! Ma ognuno si approccia ai media in modo personale e diverso: c’è chi li vive passivamente e chi con criticità. E quando la pubblicità riesce a incantare anche il pubblico più esigente beh, direi che ha fatto bingo! Quanto agli spot sui medicinali: ho capito che “l’ora pasti” è il momento migliore per rivolgersi a un gran numero di persone incollate alla TV durante il pranzo o la cena, ma è proprio sempre necessario parlare di dissenteria?! Bah.