Ludoteca. Interno giorno. Festa di cinquenni.
Nel marasma di bambini vocianti, bambini paonazzi, bambini Tarzan e bambini sudati e appiccicaticci, ce ne sono due che si somigliano come due gocce d’acqua, ma con indole completamente diversa.
Mentre uno fa su e giù dallo scivolo in silenzio e con un viso inespressivo, l’altro fa il diavolo a quattro sui tappeti elastici, facendo capriole e strane figure rotanti in aria, sotto gli occhi sbalorditi di madri ansiose.
Incredibile come due gemelli, nati a pochi minuti di distanza l’uno dall’altro, portati in grembo e cresciuti dalla stessa madre possano essere così diversi tra loro. Eppure è così.
Marco e Matteo sono complementari quasi in tutto.
Una sola passione li accomuna: la creatività.
Ne hanno davvero tanta entrambi, ma la dimostrano in modi e tempi diversi.
Marco dà il meglio di sé con acquerelli, pastelli, matite colorate: crea ambienti e paesaggi doviziosamente particolareggiati e con colori vivaci e tinte forti.
Matteo invece sbalordisce per la sua capacità di costruire con i mattoncini colorati edifici e strutture futuristiche complete di tutto, perfettamente simmetriche ed equilibrate.
Sono due bambini davvero speciali. Come tutti i bambini.
Peccato che a breve cercheranno di uniformarli, senza tener conto delle singole capacità ed eccellenze. Magari li costringeranno a sprecare energie e neuroni per imparare a memoria formule che mai utilizzeranno e di cui non comprenderanno mai il reale significato.
Ho provato ad immaginarmeli nel futuro, sul posto di lavoro, uguale per entrambi.
Stesso cognome. Stessa data di nascita. Stessa faccia. Stessa iniziale del nome. Ci si aspetterà da entrambi la stessa resa, la stessa attitudine, la stessa educazione, le stesse capacità. E invece difficilmente sarà così.
Già, perché negli anni, ciascuno avrà sviluppato la propria personalità, avrà maturato le proprie esperienze e Marco e Matteo saranno ancor più diversi: saranno unicamente se stessi.
Adesso non parlo più di due fratelli, gemelli per giunta. Parlo di persone, uniche e irripetibili.
Dimentichiamo troppo spesso che ognuno di noi si inserisce in società con talenti, competenze e abilità uniche, come le nostre impronte digitali. E che ognuno di noi è motivato in modo diverso, da criteri diversi e compie un percorso diverso per raggiungere i propri obiettivi.
Ed è in questo che un buon leader può fare la differenza. Può raggiungere il successo trattando ogni cliente interno in modo diverso, cercando di conoscerlo al meglio per riuscire a valorizzarlo in modo corretto per far sì che raggiunga la massima soddisfazione interiore e sia guidato dalla passione.
Solo in queste condizioni, ognuno darà il massimo impegno, col minimo sforzo, ricevendo la massima soddisfazione personale e professionale e il Brand si ritroverà alle stelle.
Non si possono trattare i clienti interni tutti allo stesso modo. I migliori è certo che lasceranno il posto di lavoro in cui sono trattati come gli altri. I peggiori invece non se ne andranno, ma non miglioreranno e lavoreranno senza mordente, senza voglia, perché indifferenziati.
Si fa un gran parlare di unicità del Brand e necessità di distinguersi dagli altri: valorizzare le unicità, le specialità e i talenti interni al team rende unico, speciale e talentuoso anche il Brand. Meglio tenerlo a mente e iniziare a fare pratica in tempi brevi: per far svoltare gli affari può bastare davvero poco!
Tu che ne dici? Parliamone nei commenti qui sotto e se ti va Have Fun & Share It 😉