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Sarà di certo capitato anche a te (non importa che lavoro tu faccia): un amico ti chiama o viene a bussare alla tua porta o ti incontra per caso(?!) al supermercato (nda. secondo me, ti stava pedinando da ore) e, dopo i convenevoli di rito, ti dice “Potresti farmi una cortesia? Tanto per te ci vogliono 5 minuti.. è il tuo lavoro!”.
Segue spiegazione dettagliata della richiesta (che da sola, supera abbondantemente i 5 minuti), al termine della quale, essendoti reso conto che ti impegnerà per molto più tempo del previsto, sei tentato di rispondere una tra le opzioni:
a) Certo che posso: ci vogliono circa xxx euro, ma solo perché sei tu! A chi intesto la fattura?
b) Guarda vorrei proprio poterti aiutare, ma parto stanotte per un viaggio di lavoro in Uzbekistan e starò via un mese.
c) No, non posso aiutarti perché la richiesta è molto più complessa di quanto pensi e mi ci vorrebbe una settimana di lavoro.
La tentazione è forte, ma… le mani iniziano a sudare, i denti si serrano fino a farti male, gli occhi si sgranano.. chi butti giù dalla mongolfiera: l’amico o il lavoro? La razionalità si chiama improvvisamente fuori dai giochi e l’emozione taglia il traguardo: butti giù il lavoro e salvi l’amico.
“Certo che ti aiuto! Mi servono x, y e z. Prima me li mandi, prima inizio” – e con questa risposta hai firmato la tua maledizione, ambito in cui le Leggi di Murphy sguazzano e si moltiplicano. Finirai per quintuplicare il tempo che avevi preventivato di dedicare al progetto (e dimenticati dei 5 minuti teorizzati dalla difesa, ma parti dalla settimana che avevi già intuito) e ti troverai a lottare tutte le notti contro Morfeo per cercare di portare a termine gli altri lavori in sospeso.
Adesso dimmi: hai individuato l’errore principale che hai commesso? Se stai farfugliando a mente parole tipo “mongolfiera”, “amico”, “settimana” sei lontano dalla meta. La parola su cui devi focalizzare la tua attenzione è: emozione.
L’emozione puoi usarla per prendere decisioni che riguardano la tua vita personale, non quella professionale. E se in casi del genere non sai da che parte stare, te lo dico io: devi stare in perfetto equilibrio tra le parti. Solo così potrai riuscire a gestire al meglio la situazione.
E allora, la prossima volta che un amico ti chiede un favore, chiediti (a mente):
. un “No” rovinerà il nostro rapporto?
Probabilmente si, perché l’amico la prenderà male. Ma c’è modo e modo di dire di no: ascolta con attenzione, fai domande, chiedi delucidazioni, approfondisci l’argomento in modo da poter argomentare il tuo “no” e risultare così più convincente agli occhi dell’amico. E proponigli un’alternativa valida.
nota bene. la riuscita di questo passaggio è legata alla tua capacità di negoziazione uomo-centrica: devi fargli credere che l’incompatibilità tra il suo problema e il tuo intervento l’abbia trovata proprio lui e che sia stato geniale nel trovare l’anello di congiunzione tra i tuoi pensieri astratti che sembravano voler suggerire una soluzione che tu non riuscivi però a mettere a fuoco. Chiaro no?!
. un “No” rovinerà la mia reputazione?
Ovvero, l’amico capirà che i tuoi cinque minuti teorici di impegno hanno un valore economico, legato a doppia mandata alla tua professionalità, al tuo impegno, alle tue notti in bianco passate a studiare e a migliorarti?
Se il tuo lavoro ha a che fare con web e pc, probabilmente no. In questi casi ti suggerisco di rispondere argomentando con esempi e riferimenti diretti al lavoro dell’amico (solo se punti sul vivo alcuni comprendono il rapporto tempo/denaro).
Quando arriverà il momento, fai un respiro profondi e poniti queste domande. In base alle singole risposte deciderai quindi la risposta finale da dare all’amico.
Se hai risposto si ad entrambe le domande, la risposta finale da dare all’amico è NO!
Se hai risposto si e no alle domande, la risposta finale da dare all’amico è NO!
Se hai risposto si ad entrambe le domande, mi chiedo se tu sia stato davvero sincero con te stesso e ti consiglio di rileggere l’articolo 😉
Esperienze personali da raccontare e condividere con me? Suggerimenti per migliorare la gestione dei rapporti d’amicizia in presenza di richieste di favori? Sono tutta orecchie, anzi occhi per leggerti nei commenti qui sotto ^_^
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