CCCP: la ricetta del personal branding

CCCP: la ricetta del personal branding

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CCCP: la ricetta del personal branding

immagine: simplereminders.com

Sto preparando il mio intervento per il ggd sicilia #3: si parlerà di Personal Branding.. ed ecco che iniziano le paturnie.

Wikipedia lo definisce come l’arte di vendere se stessi, ma io non concordo assolutamente con questa definizione. Ho trovato online una citazione di G. B. Shaw che secondo me calza a pennello con il concetto di personal branding:

Life is not finding yourself. Life is about creating yourself.

Secondo me invece, il personal branding è parte di ognuno di noi: è un processo di crescita personale (e professionale) che parte dal confronto e dalla condivisione di emozioni e conoscenze con gli altri.

Il nostro personal branding non lo costruiamo noi; gli altri lo fanno per noi, se (ri)conoscono il nostro talento e la nostra specialità. A noi il compito di mostrarci agli altri per ciò che siamo, con pregi e difetti, in modo assolutamente genuino: solo così possiamo farci riconoscere in questo mare magnum che ci circonda.

L’intero processo è un progetto a lungo termine, che parte dalla domanda: per cosa voglio essere riconosciuto? Tutto il resto è Comunicazione, Costanza e Consistenza delle informazioni nelle varie forme e attraverso tutti i possibili mezzi di comunicazione.

Ma la chiave di tutto è la Passione. Se amiamo davvero fare qualcosa, ci poniamo un obiettivo e lo perseguiamo a qualunque costo, lavorando sodo e con costanza; i risultati porteranno all’apprezzamento del mondo che ci circonda e noi staremo bene; e lo stare bene con noi stessi, ci indurrà a trovare sempre nuove e forti motivazioni per raggiungere i nostri obiettivi.

Secondo te chi ha ragione: io o wikipedia?

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Cinzia Di Martino
Cinzia Di Martino
Mi definiscono (e mi definisco) una persona positiva, propositiva, decisa e ottimista (e anche chiacchierona). Sono laureata in informatica, ma ho una passione spropositata per blog, social media, marketing e web design.

6 Comments

  1. Violetta ha detto:

    Beh, secondo me avete ragione entrambi perché c’è una terza via di interpretazione che coniuga le due concezioni.

    Se personal branding è l’arte di vendere se stessi, lo si può fare in modo schietto e genuino. Facendolo così sarà una vittoria sicura, per chi “vende” e chi “compra”, senza il rischio di delusioni o bufale.

  2. cinziadimartino ha detto:

    Direi che è un ottimo compromesso, Violetta 🙂

  3. Alan ha detto:

    Concordo con Violetta, in un mondo dominato dall’ipocrisia e dal cinismo, la vera arma vincente è rappresentata proprio dall’essere se stessi, semplici e genuini. Una vittoria per entrambe le parti, venditore e compratore.

  4. cinziadimartino ha detto:

    Certo Alan, il mio motto è “Be original: Be Yourself”, quindi come potrei non concordare?

    Dico solo che ciò per essere realmente noi stessi, dobbiamo seguire il nostro cuore e assecondare le nostre passioni: così sono certa che daremo il meglio di noi 🙂

  5. valerio ha detto:

    Il web che abbiamo oggi è triste, patetico, orientato verso il consumo una cortina di ferro digitale, e le #comunità hanno bisogno di cambiare la situazione.
    Raramente su queste reti si crea valore sociale , invece si consuma e riportiamo sul nostro consumo con link e post.
    Il web ha bisogno di creatività pura al servizio di città intelligenti e se lo merita. Se vogliamo liberarci di questo web dal consumo_orientato, abbiamo bisogno di riflettere ed agire di conseguenza
    Ognuno di voi nei commenti ha ragione, individualmente siamo dei #GENI
    Grazie dell’ospitalità, i tuoi post sono molto interessanti e la tua scrittura piacevole.+++
    Internet bene comune io ci credo dal 1994 prima con le BBS, Internet Web 2.0 comunicazione sociale web 5.0

    • cinziadimartino ha detto:

      Ciao Valerio e grazie per aver condiviso il tuo punto di vista..
      Il web è creativo: è l’uso che ne facciamo che va in parte contro il concetto di bene comune.
      Alcuni hanno visto nel web l’Eldorado, la Terra promessa che avrebbe potuto cambiare le sorti di alcune persone, creare nuovi posti di lavoro, plagiare le menti umane a 360°.. Altri hanno visto informazione, condivisione, conoscenza, cultura, liberazione..
      Come sempre il problema è da quale parte decidere di far pendere l’ago della bilancia 🙂

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