Solo pochi giorni fa ho scritto le 33 cose da fare per risvegliare la creatività. Ebbene oggi ho trovato la 34esima: andate al parco, osservate e ascoltate il mondo che vi circonda.
E ve lo dico perché (casualmente) l’ho fatto proprio ieri e devo dire che è stata proprio un’esperienza ispirante.
Mi sono divertita ad osservare ed ascoltare le persone presenti e.. mi sono imbattuta (in ordine sparso) in:
#1. una mamma autoritaria che pretendeva di imporre alla figlia unenne come, dove e con chi giocare;
#2. una nonna ansiosa che seguiva come un’ombra il nipotino di quattro anni tartassandolo di domande (hai sete? hai fame? vuoi l’acqua? hai caldo? vuoi la merendina?), non ritenute degne di risposta da parte del bambino;
#3. un padre assente sommerso dalle richieste dei due figli (giochi con me? guardi come scivolo? guardi come sono bravo a..?); richieste puntualmente ignorate o bocciate con uno scocciato quanto secco “no”;
#4. una signora solare e sorridente al parco con un’amica, impegnata in amabili conversazioni con vari bambini e molto brava a raccontare storie (più che altro aneddoti della sua fanciullezza) e ad ispirare nuovi giochi.
Risultati dei comportamenti?
La bimba unenne ha trascorso quasi due ore a piangere, lamentarsi e tentare in ogni modo la fuga.
Il nipotino di quattro anni non ha rivolto la parola alla nonna per tutto il pomeriggio ed ha ciondolato annoiato per il parco, sospirando.
I due fratellini hanno smesso di richiamare l’attenzione del padre e hanno preferito andare a giocare con altri bambini (per essere precisi, il gruppo di bambini intrattenuto a regola d’arte dalla signora del numero 4).
I bambini ispirati hanno giocato insieme, con un sorriso in stile Durban’s stampato in faccia, divertendosi e ridendo per tutto il pomeriggio; hanno ascoltato i racconti delle esperienze personali della signora in adorante silenzio; hanno raccontato ad altri bambini della loro fantastica esperienza, invitandoli a partecipare al gruppo.
Ora, immaginate che gli adulti siano i (personal) brand sui social e che i bambini siano i potenziali fan/follower/clienti.
Vi chiedo: in quale dei 4 tipi di (personal) brand vi riconoscete?
Se la vostra risposta è uno, due o tre, vi suggerisco vivamente di rileggere l’articolo, focalizzando l’attenzione sulla signora numero 4 e sui bambini ispirati; quindi vi consiglio di rivedere in tempi brevi gli obiettivi e il modo di gestire la vostra presenza online, anche sui social media (ricordate ancora la metafora dei doppiatori polacchi?).
Se invece la risposta è la quattro vi va di condividere con noi come riuscite ad ispirarvi ed ispirare i vostri potenziali fan/follower/clienti?
ps. Mio figlio come immagine suggeriva questa qui sotto. A voi quale piace di più tra le due?!
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2 Comments
La nonna ansiosa mi ha ricordato teribilmente quelle orribili situazioni in cui, entrando in un negozio vuoto, ti ritrovi la commessa appicicata che immancabilmente ti chiede “hai bisogno di qualcosa?!”
Ps mi piace tantissimo la prima foto!
Hai ragione Sara!
E davanti a questo tipo di approccio io reagisco con la fuga dal negozio ^_^ (oltre che lamentele a iosa con le amiche per l’atteggiamento della commessa).
ps. Anche a me!! 😀