Qual è il succo di lavorare sui social?

Qual è il succo di lavorare sui social?

Qual è il succo di lavorare sui social?
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Se oggi ti svelano un’ottima ricetta del risotto coi funghi, domani apri una risotteria?! Non penso, ma questo è il succo di lavorare sui social.. almeno quello dedotto!

Mi piace cucinare. Me la cavo con il salato e anche con i dolci. Ho dei piatti forti, delle specialità che ripropongo in famiglia durante le feste. Il mio rotolo al cacao con panna e nutella è il must di Natale! E adoro impastare e fare la pasta in casa: il condimento poco importa. Il gusto della pasta casereccia esalta anche il pomodoro semplice.

Quasi quasi mi decido e apro un ristorante o una pasticceria. Che ne dici?

Un’altra attività in cui mi diletto è lavare l’auto: usando l’aspirapolvere e il compressore per togliere ogni minuscola briciola incastrata sotto i sedili (e nella mia auto ne faccio tante di briciole), insaponando per bene ogni centimetro di carrozzeria e cerchi in lega, asciugando e lucidando con olio di gomito e panno di lana.

A pensarci bene, se volessi, potrei aprire un autolavaggio! Che ne pensi?

Oppure.. visto che adoro il caffè, i cornetti alla crema e il contatto umano, potrei aprire un bar, no?

Ah, quasi dimenticavo: mi piace tanto lavorare la lana.. di sciarpe, copricollo e coperte ne ho fatte a bizzeffe. Quindi perché escludere una merceria tra le possibili attività?

E la lista potrebbe allungarsi ancora.. e sono certa che così è anche nel tuo caso.

Ma un ristoratore, un pasticciere, un barista avrebbero subito da ridire: eh no, non è mica così semplice come sembra!

Devi studiare, devi fare pratica, devi capire di cosa hanno bisogno e cosa vogliono e cosa piace ai clienti. Insomma direbbero che non basta stare dietro un bancone per trasformarti in esperto del settore.

Giustissimo, penso tra me e me (e anche tu, tra te e te).

Non è mica semplice gestire un ristorante: le risorse umane, i clienti, le prenotazioni in sala, la spesa, la pulizia dei locali, la gentilezza, la perfezione del prodotto e del servizio.. tanti sono i fattori da considerare. E senza studio ed esperienza non si va lontano.

Non è una passeggiata portare avanti una pasticceria o un bar: l’acquisto delle materie prime di qualità, la professionalità del personale, le conversazioni con i clienti, la varietà e la freschezza dei prodotti offerti sono solo alcuni dei problemi da affrontare ogni giorno.

E non parliamo della merceria: oltre la lana, ci sono le stoffe, i bottoni, i tessuti, gli accessori.. e tanti clienti alla ricerca di suggerimenti, idee ed esempi! Non bisogna solo vendere: bisogna saper vendere!

Come dargli torto?

E infatti io di torto non ne do a nessuno, ma vorrei che qualcuno mi spiegasse perché se secondo loro io non potrei fare il loro mestiere, loro credono di poter fare il mio?

[Tweet “Stare dietro un pc o un account social o un blog non trasforma nessuno in esperto del settore”]

Bisogna studiare, analizzare, fare pratica, leggere di psicologia e sociologia, aggiornarsi più volte al giorno, concentrarsi ed ispirarsi, reinventarsi e rivendersi in ogni salsa e a tutti i palati (caserecci e raffinati), essere professionali, puntare alla qualità e alla freschezza dei contenuti, conversare con i clienti (anche quelli potenziali), consigliare e suggerire, programmare il lavoro e tanto altro.

Come in ogni lavoro serve studio, costanza, dedizione, passione e credibilità.

I social sono uno strumento, divertente visto che mi permette di interagire, conversare e conoscere centinaia di persone, di varia nazionalità, ogni giorno: ma solo uno strumento.

Anche il web è solo uno strumento, utile visto che non mi costringe ad uscire di casa alle sei del mattino, sia quando nevica che quando c’è il sole, per raggiungere il posto di lavoro: ma solo uno strumento.

Ma il succo di lavorare sui social (o sul web in generale) è identico a quello di chi fa qualsiasi altro lavoro: realizzarsi professionalmente e personalmente e, molto più praticamente, portare a casa la pagnotta. E lo sforzo da affrontare ogni giorno è identico a quello di chi fa qualsiasi altro lavoro!

 

E tu chi sei? Cosa fai? E la pensi come me o diversamente? 🙂

 

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Cinzia Di Martino
Cinzia Di Martino
Mi definiscono (e mi definisco) una persona positiva, propositiva, decisa e ottimista (e anche chiacchierona). Sono laureata in informatica, ma ho una passione spropositata per blog, social media, marketing e web design.

17 Comments

  1. Claudia Girola ha detto:

    Ho organizzato il mio matrimonio, mi sono divertita e adesso divento wedding planner. Ecco il pensiero più comune di questo periodo tra le ragazze appena sposate!

    Condivido subito anche questo post!!!

    • Cinzia Di Martino ha detto:

      Grazie Claudia ^_^

      Mi pare di capire che concordi con me che lo sforzo da affrontare ogni giorno è identico in ogni tipo di lavoro.

      In bocca al lupo per il tuo futuro da wedding planner e.. divertiti che tutto andrà per il meglio 😉

      • Claudia Girola ha detto:

        Gavetta, passione e professionalità stanno già dando i loro frutti ^_^

        Ma concordo su tutta la linea con il tuo post…

  2. Stefano Fois ha detto:

    Brava ottimo articolo! Questo vale sicuramente per ogni lavoro dove si pensa che avere uno strumento come un pc, una reflex, photoshop o un account facebook… possa usarlo in modo professionale! fa piacere leggere questi articoli! sempre più servono delle guide su come ammorbidire il cliente e far capire il giusto valore delle nuove professioni.

  3. Giulio Stella ha detto:

    Articolo con il quale mi trovo abbastanza d’accordo, ma non credo che l’italia sia il paese giusto per far comprendere questo concetto

  4. Francesca Borghi ha detto:

    Cara #socialsister, mi scontro spesso con chi pensa che basti un click o una condivisione qualsiasi per diventare un esperto…
    Cerco sempre di far capire, spiegando, argomentando, portando esempi, cosa significhi e quali sono le competenze per gestire ogni singolo servizio della mia agenzia ma non sempre viene compreso.
    E’ una dura lotta, quotidiana.
    Ma alla fine non pensi che queste stesse persone che si inventano “specialist” per un tot di tempo e alla fine non porteranno benefici al proprio brand prima o poi si rivolgeranno ad un vero esperto competente?
    Questo è l’augurio!
    Certo è che se lo capissero da subito eviterebbero cadute di stile … spesso anche molto costose…

  5. Sabrina Miso ha detto:

    Giusto, e in questo settore specialmente non si finisce mai di studiare, leggere, apprendere!

  6. Flavio Gilardoni ha detto:

    Mi trovi totalmente d’accordo, come fotografo la mia professione è stata massacrata dalle macchinette digitali prima (nonostante sia figlio della foto digitale), e dagli smartphone successivamente. Se a questo si aggiunge la pubblicità che ci fa credere che con lo smart potresti fare quello che vuoi, ecco che è sempre più faticoso cercare di far capire a tutti quelli che sono convinti nella validità del mezzo e non nella capacità di chi lo usa, che la professionalità è frutto di impegno e sacrifici.

    • Cinzia Di Martino ha detto:

      Hai proprio ragione Flavio. Mio padre faceva il fotografo ai tempi che furono e aveva anche la camera oscura in casa!

      Adesso i tempi sono cambiati e anche il modo di vivere la fotografia: è tutto un mordi e fuggi..

      Ma avere uno smartphone (o una macchinetta digitale) non significa diventare fotografi: bisogna conoscere le regole di base, “avere occhio” e saper usare gli strumenti per foto da effetto WOW!

      Tu puoi mostrare la differenza: emozionando il pubblico con ogni singolo scatto. Basterebbe fotografare lo stesso soggetto che i clienti pensano di aver rappresentato alla perfezione e mostrare loro la stampa su carta per un confronto immediato

      Tutti sanno distinguere una 500 da una ferrari e oggi non è importante il come arrivi a destinazione, ma in quanto tempo: e la vera fotografia arriva dritta al cuore! 😉

      Buon pomeriggio Flavio ^_^

  7. Gian Marco Cattini ha detto:

    Ottimo articolo Cinzia
    Per ogni “nuovo” lavoro ci sono un numero di persone considerevoli che pensano che basta fare il minimo indispensabile per poter poter essere considerato un esperto del settore. Ogni lavoro invece ha bisogno di cura, attenzione e dedizione ed un costante aggiornamento.
    Certo è facile pensare che basti poco per ottenere quello che riesci a fare, dopo tutto si tratta di un paio di click, sembra tutto naturale, come quando vedi un vestito finito e pensi dopo tutto è solo stoffa e filo, non si soffermano a pensare quante ore si sono passate ad ideare, progettare provare e poi infine costruire queste opere.
    Permettimi una battuta ligure che poco finemente recita “son tutti bulici con cul dell’altri”

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