Come gestire il bisogno di affermazione sui Social

Come gestire il bisogno di affermazione sui Social

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Domanda del giorno: ti soddisfa di più sentirti parte di un gruppo o essere riconosciuto come individuo?

Qualunque sia stata la risposta data, sono pronta a scommettere che stai facendo la lista dei pro e dei contro tra la tua scelta e la seconda opzione.. ed è un testa a testa! Ora, se hai finito di cercare giustificazioni (sociali e personali) alla tua scelta, ti chiedo di rifare la lista dei pro e dei contro, invertendo i ruoli della tua scelta e della seconda opzione.

Come gestire il bisogno di affermazione sui Social

immagine: pinterest.com

Fatto? Hai notato che i pro e i contro non si sono invertiti? Entrambe le scelte sono giustificate dagli stessi bisogni: uno in chiave sociale, l’altro in chiave personale.

Questo breve esperimento ci mostra che l’uomo è una contraddizione ambulante! Da un lato brama di far parte di un gruppo (come sostenuto anche da segreti dell’arte della persuasione), dall’altro scalpita per essere riconosciuto come singolo individuo. Da un lato segue le mode, dall’altro vorrebbe essere considerato unico, originale e incomparabile.

Affermazione sociale contro affermazione individuale.. e la contraddizione non perde forza, né significato parlando di web 2.0 e  Social.

La domanda sorge spontanea: un Brand onnipresente sui social come può gestire al meglio l’altalenante bisogno di affermazione del pubblico?

Ecco cosa mi sono risposta: ad oggi, ogni utente in media è presente su almeno due o tre canali social.

Pubblicando il medesimo contenuto nella stessa giornata sui vari profili social, un Brand rischia di annoiare (e spammare) l’utente, ma risponde al bisogno di affermazione sociale; riceve tante più condivisioni e apprezzamenti, a scapito però di conversazioni (chi commenta su un social non commenta su altri).

Schedulando diversi contenuti sui vari profili social in giornate diverse, il Brand riesce a dare agli utenti più spunti di interazione e risponde al bisogno di affermazione individuale (l’utente si sente “speciale” su ogni social grazie ai diversi contenuti), e non perde in termini di condivisioni, commenti e apprezzamenti perché, per il bisogno di affermazione sociale, gli utenti interagiscono come sempre.

In poche parole, è quasi come se la soddisfazione del bisogno di affermazione individuale del pubblico sia la base per l’affermazione sociale di un Brand.. Tu che ne dici?

 

PS. Forse l’analisi è superficiale, ma la possiamo approfondire e arricchire insieme nei commenti qui sotto 😉

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Cinzia Di Martino
Cinzia Di Martino
Mi definiscono (e mi definisco) una persona positiva, propositiva, decisa e ottimista (e anche chiacchierona). Sono laureata in informatica, ma ho una passione spropositata per blog, social media, marketing e web design.

3 Comments

  1. Roberto ha detto:

    Secondo me entrambi i bisogni convivono. Vanno solo ordinati in una scala gerarchica. Ovviamente l’ordinamento è soggettivo ma penso che chiunque senta il bisogno di affermarsi sia come individuo che come membro di un gruppo. Anzi a volte il soddisfacimento dell’uno contribuisce a soddisfare inconsciamente anche l’altro. Un po’ come accade nel calcio. Vince la squadra ma si esaltano le qualità del singolo che ha contribuito in maniera determinante al successo.

  2. cinziadimartino ha detto:

    Se parliamo di vita reale, concordo con te Roberto 🙂

    Ma la mia domanda era: un Brand onnipresente sui social come può gestire al meglio l’altalenante bisogno di affermazione del pubblico?

    E la mia “analisi” era incentrata proprio su questo punto di arrivo. Secondo te, un Brand sui social quale dei due bisogni di affermazione deve onorare per primo? ^_^

  3. Roberto ha detto:

    In questo senso mi risulta più difficile rispondere. Però è vero che l’utente vuole sentirsi speciale e coccolato. Deve essere fidelizzato, sentirsi in un certo senso parte attiva nelle scelte del brand. Oggi le imprese hanno una responsabilità sociale verso il contesto in cui operano: migliorarne lo stile di vita. Quindi sì, sono d’accordo con la tua analisi. E non credo sia superficiale.

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