Marketing: dal target geolocalizzato ai Personal Needs

Marketing: dal target geolocalizzato ai Personal Needs

Marketing: dal target geolocalizzato ai Personal Needs

Credit: per gentile concessione di ShutterStock.com

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La pubblicità che funziona, oggi si basa sul target geolocalizzato. E se domani si basasse invece sui bisogni personali del momento?

Finalmente ci siamo: il tuo film preferito, quello che hai già visto e rivisto fino allo sfinimento, quello di cui conosci le battute al millesimo di secondo, quello di cui canti a memoria la colonna sonora in dodici lingue, quello che ti ha fatto ridere e sognare e riflettere, proprio quello.. sta per iniziare in tv (e quando parlo di tv, intendo un canale “normale” non di quelli a pagamento che il film lo puoi rivedere quando vuoi).

Tutto è pronto: tu, il divano, patatine, salatini, dolcetti e cioccolatini di ogni dimensione, forma e colore, bibita fresca e nient’altro. Perfetto.

Iniziato! Al primo fotogramma hai quasi un mancamento per l’emozione. Saltelli sul divano per la felicità, emettendo dei gridolini di gioia (se sei donna) [Ti lasci scivolare sul divano e allunghi le gambe fino ad arrivare sul tavolino davanti a te (se sei uomo)].

Ma.. dopo nemmeno cinque minuti: taaac! Pubblicità.

Provi un fastidio incommensurabile. Le sopracciglia si corrucciano e metti il broncio. A mente, nel frattempo, ripassi le parolacce più frequenti.

Finalmente ricomincia. Torna il sorriso sul tuo volto e un bel respiro profondo ti riporta nel precedente stato di estasi. Tra diciassette minuti e 37 secondi c’è la prima “scena madre” del film che ti ha fatto ricredere sulle capacità artistiche dell’attore principale. E tu non vedi l’ora che inizi ma dopo sedici minuti… taaaac! Pubblicità.

Stavolta non riesci a trattenerti: con un movimento rapido ti raddrizzi sul divano, passi una mano tra i capelli e la lasci cadere rumorosamente sulla tua coscia. Cominci ad innervosirti e non bastano più le emozioni legate al film per calmarti. Pensi che stiano davvero esagerando, ma intanto ne approfitti: come i bambini al cinema avevi dimenticato di andare in bagno, quindi decidi di approfittare della pausa. Alla velocità della luce, vai, fai e torni (non sia mai che ricominci il film). Riprendi posizione e…

Ci (ri)siamo. Eccoci alla scena madre. I tuoi occhi sono un tutt’uno con gli attori del film: segui ogni movimento sullo schermo con migliaia di micromovimenti delle pupille, serri i denti nei momenti intensi e consumi a rotazione continua patatine, salatini, dolcetti e cioccolatini in ordine sparso, usando la bibita per sgorgare la gola ad ogni ciclo gastronomico completato. E quando sta per arrivare la seconda scena indimenticabile del film, mentre i tuoi neuroni pensano “speriamo non facciano un’altra pausa”, “se lo interrompono di nuovo giuro che…”, “voglio vedere se hanno il coraggio di riproporre la pubblicità adesso”, indovina indovinello? Taaaac: pubblicità!

E’ la fine. Vai su tutte le furie. Spegni la tv. Cominci ad inveire contro il canale, chi ci lavora, le varie pubblicità che ti hanno propinato e perfino il regista, il produttore e gli attori del tuo film preferito. La visione è ormai improponibile. Piuttosto finisci il tuo personale percorso gastronomico e vai a farti un giro al bar (o vai a letto che domani ci si alza presto).

Quanto raccontato succede quando la gestione della pubblicità si fa invasiva, invadente e insopportabile. Anche la pubblicità più bella del mondo risulterà intollerabile ai tuoi occhi se ti viene proposta nel momento sbagliato del tuo programma preferito.

Il diverso modo di gestire le pubblicità in tv e sui social è la dimostrazione lampante della diversa concezione del “cliente”.

Come dice il buon Rudy BandieraNon cliccheremo sui banner per sempre, bisogna dimenticare i vecchi modelli di business e crearne di nuovi“…

Banner a parte, pur vantando numeri da capogiro, la pubblicità sui social non viene intesa (almeno non ancora) come un disturbo. E’ più da intendersi come  gli annunci in sovraimpressione in alcuni programmi: li vedi, li leggi e poi agisci come preferisci.

Ed è questo il modo giusto di gestire la cosa: perché i (potenziali) clienti non vogliono sentirsi tampinati e obbligati ad amare un Brand. Non puoi obbligare nessuno ad amarti.. nemmeno se hai a disposizione il genio della lampada!

E poi sui social sai benissimo che per cogliere nel segno non devi mai puntare dritto al cuore dell’utente, ma a quello dei suoi amici: allora si che avrai una miniera di informazioni per entrare nelle sue grazie e qualche speranza di fare breccia nel suo cuore e magari di trasformarlo in cliente e fidelizzarlo nel tempo.

Ecco perché è importante capire come targettizzare il pubblico nel modo migliore: inutile sparare nel mucchio. E se vuoi conoscere e capire come farlo al meglio con le Ads su Facebook, nessuno meglio di Veronica Gentili può esserti d’aiuto.

E nel mondo dell’IoT – Internet delle cose – come funzionerà?

Immagina di aver finito il latte e che il tuo frigo non solo te lo comunichi ma ti indichi anche le offerte migliori dei locali commerciali più vicini a casa tua, permettendoti di ricevere con un clic il prodotto migliore al prezzo migliore.

Oppure immagine che durante la tua corsetta quotidiana, tu abbia un calo di zuccheri e che questo bisogno venga percepito dal dispositivo di controllo attaccato al tuo braccio e che sui tuoi Google Glass ti venga segnalata l’attività commerciale più vicina che possa rispondere in qualche modo alla tua necessità del momento.

Ti sembra lontana questa realtà? E invece.. è bene iniziare a pensare non solo a nuovi modelli di pubblicità, ma soprattutto a non proporsi sempre e solo come il Brand migliore, di cui nessuno può fare a meno: bisogna essere sempre più utili e mirati ai bisogni reali del pubblico.

Se il target geolocalizzato è l’attuale punto di arrivo del marketing, in un futuro molto vicino, immagino che la nuova frontiera diventi quella di rispondere alle necessità personali (non solo primarie) in maniera geolocalizzata: il marketing dei Personal Needs così mi piace chiamarlo.

Allora sì che la pubblicità raggiungerà il suo punto più alto (pensabile oggi) di espressione e risulterà non solo piacevole ma davvero utile!

Tu che ne pensi: sono solo una pazza visionaria o può esserci anche qualcosa di vero? Have Fun & Share It 😉

PS. Per vedere il tuo film preferito in santa pace, comprati il dvd e potrai rivederlo per 25 sere di seguito, senza interruzioni e nel totale rispetto dei tempi teatrali.  😉

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Cinzia Di Martino
Cinzia Di Martino
Mi definiscono (e mi definisco) una persona positiva, propositiva, decisa e ottimista (e anche chiacchierona). Sono laureata in informatica, ma ho una passione spropositata per blog, social media, marketing e web design.

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